Caro diario,
Mi chiamo Mattia e faccio il giardiniere. Scrivo queste righe su consiglio del mio psichiatra, il luminare Truffotti di Pisa, originario di Palermo. Sono in cura da lui dal 2020.
La mia famiglia, benestante da generazioni, vive a Forte dei Marmi. Sono sempre stato il loro bambino: amato, coccolato, sostenuto. Eppure non sono diventato ciò che speravano.
Soffro d’ansia. Una morsa invisibile che mi blocca, mi impedisce di crescere, di studiare, di lavorare, di esprimere il mio potenziale. Ogni giorno, quando esco dal palazzo dove vivo con la mia fidanzata, faccio fatica persino a infilare le chiavi nella serratura.
È colpa mia, lo so. Anche se il dottor Truffotti mi ripete che non devo colpevolizzarmi, che è normale, e che journaling, mindfulness e yoga mi aiuteranno. Basta crederci. Nulla accade per caso, dice.
Ieri notte ho giocato al computer fino all’alba, mentre la mia fidanzata cercava di dormire, protetta da cuscini e tappi per le orecchie, ignorando le urla e i suoni meccanici dei nostri vicini siciliani. A volte sembra quasi che gridino di noi, dei nostri vissuti, dei nostri traumi, persino delle nostre cartelle cliniche e di quelle dei nostri parenti. È assurdo. Forse è quella sincronicità di cui parla Truffotti.
Non mi stanno antipatici, anzi. Quando mi chiedono di fare lavori per me o per la mia famiglia, sono felice di aiutarli. Sono stato fortunato nella vita, ed è giusto condividere.
Quando sono con loro, la mia ansia sembra svanire. Tutto appare più bello. Le mani non tremano più quando passo loro i contanti, rigorosamente in nero (devono pur sopravvivere, questi cristiani!) a fine lavori.
La casa dei miei genitori a Forte dei Marmi è ormai diventata un cantiere: giardinieri, muratori, idraulici, elettricisti, tutti siciliani, tutti parenti di Calogero. Abbiamo creato una piccola Sicilia in Toscana.
Mi fanno stare bene.
Anche quando permetto loro di usare i miei bidoncini della spazzatura, perché si oppongono alla tassa comunale sui rifiuti, che trovano assurda, visto tutto ciò che già fanno per Forte dei Marmi, mi sento più sereno.
Dicono di avere parenti in America, persino al governo, e che mi aiuteranno a trasferirmi lì con il mio progetto informatico. E io ci credo. Mantengono sempre le promesse che fanno, sono uomini d’onore che non si approfitterebbero mai della mia posizione.
Così, finalmente, non avrò più ansia. Non dovrò più andare dal dottore. Potrò dimostrare ai miei genitori che ce la posso fare.
Siamo sfortunati. Ogni due per tre si rompe qualcosa in casa, quasi con regolarità mensile.
Ma non mi dispiace: quando arriva la squadra della mia piccola Sicilia, l’ansia sparisce.
È il nostro piccolo segreto. Anche fiscale.
Ogni tanto mi mostrano i loro telefoni, condividono foto, video, social. Tutto di loro, persino i loro dispositivi digitali, sembra più bello del mio. Più rassicurante. Più felice. Persino la loro bacheca Instagram.
Loro non tremano mai. Non hanno mai l’ansia. Devono essere davvero speciali.
Spero che un giorno diventeremo tutti come loro, qui in Italia. Sempre che questi Russi si comportino bene e non vincano la guerra. Altrimenti, potrebbe non succedere mai.
Si sa: i Russi preferiscono investimenti sicuri, redditizi, la burocrazia ligia e gli intellettuali. Tsè, pensa te.
Tutto quello che a me fa venire l’ansia.
A domani,
Marco


