Storytelling

Street Photography al Lucca Comics 2025: Ritratti e Costumi

La città si trasforma in palcoscenico: tra mura rinascimentali e vicoli stretti, il reportage cattura volti, materiali e gesti che raccontano storie di identità e artigianato. I ritratti gotici dialogano con le pose spontanee, la luce naturale accarezza i lineamenti mentre i dettagli: pizzi, pellicce, metalli, diventano simboli di un mestiere visibile. Ogni costume è un microcosmo narrativo: dalla TV‑cosplay che invita al gioco alla principessa guerriera che esibisce la sua armatura, passando per figure che sembrano uscite da un rituale notturno. Il progetto non si limita a documentare un evento, ma costruisce una mappa emotiva della comunità che anima Lucca Comics & Games, valorizzando il lavoro dei maker e la presenza dei cosplayer.

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Mattia, ricciolo, occhialuto e un po’ cicciotto, esce di casa con un’espressione ansiosa. Sullo sfondo, la sua “piccola Sicilia” lo osserva con sguardi enigmatici, in un cortile toscano che mescola piante curate, bidoni e strumenti da lavoro. L’atmosfera è sospesa, malinconica, perfetta per il tono del diario.

21 settembre 2025

Mattia è un giardiniere di Forte dei Marmi, in cura dal 2020 per una forma d’ansia che lo immobilizza. Nel suo diario, consigliato dal dottor Truffotti, racconta come la presenza di una comunità siciliana, operai, amici, confidenti, gli offra sollievo e speranza. Tra sincronicità, promesse americane e piccoli segreti fiscali, Mattia sogna un’Italia più rassicurante, meno burocratica, e forse un giorno libera dall’ansia.

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Hai guardato anche tu

“Hai guardato anche tu” è un progetto narrativo interattivo che mette lo spettatore di fronte alla propria complicità. Attraverso una sequenza di lexia, la voce di una donna sabotata dal sistema si fa denuncia, poesia e resistenza. Il giardino diventa teatro, le siepi diventano volti, e lo sguardo dello spettatore è chiamato in causa. Un’esperienza digitale che non si guarda soltanto: si vive.

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Uomini e donne incappucciati riuniti nella cappella di una caserma romana, vestiti che evocano diverse professioni. Scena rituale e segreta del potere mafioso.

📰 Bruciare un bosco per stanare una talpa

🎬 Estratto dalla sceneggiatura del film di finzione “Pentiti e Bottegai” – scritto da Alessandra Ravelli 📽️ La Papessa Production 🎬 Scena – Cappella votiva di San Giorgio, Caserma “Alessandro Negri di Sanfront”, Roma Interno giorno – Roma, quartiere Prati Dietro una porta laterale in ferro battuto della storica Caserma “Negri di Sanfront”, la cappella

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Lada 4x4 grigia in strada urbana, con vetri oscurati. All’interno si intravede un uomo dallo sguardo glaciale – Sergey – che osserva una finestra al secondo piano. Atmosfera tesa e silenziosa.

💣 “La Lada del Silenzio”

Martina Melanzoni è tornata a Camaiore. Il silenzio non la protegge: le urla del quartiere la marchiano come un colpevole, i campanelli suonano senza tregua. I siciliani gridano vendetta, ma sempre fingendo di non essere ascoltati.

E sulla strada, in una Lada 4×4 dai vetri illegali, Sergey osserva. Non è lì per salvare, ma per capire. La sua banda russa ha perso il controllo del quartiere. Le urla, le accuse, una donna che “vale meno del cacio bucato” hanno reso l’operazione impossibile.

“I siciliani sono impazziti.” “La CIA non sa più dove buttare i soldi.”

Sergey stringe il volante. I suoi occhi assomigliano a quelli di Roman Partizan. Martina non lo sa, ma ora è nel mirino. Non per punizione. Ma per utilità.

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Ritratto orizzontale di un uomo giovane in stile trap: t-shirt azzurro pavone, pizzo curato e codino. Espressione ambigua e urbana, in posa davanti a uno sfondo metropolitano sfocato.

🪫 La spedizione punitiva

Martina stringe il badge dell’hotel tra le dita, mentre fuori Parigi dorme sotto la pioggia. Non sa che nella sua nuova vita, il passato si è travestito da sogno. Il Gitano, seduttore, profilo umano costruito a tavolino, la guarda come se l’avesse scelta. Ma lui conosce già tutto: il suo primo pianto, la playlist notturna, il posto esatto dove si siede per sentirsi invisibile. Non è amore. È un’operazione sentimentale ad alto impatto, diretta da chi a Camaiore ha bisogno di spezzarla.

“Se la rompiamo ora, forse non ricostruisce più.”

E così, mentre lui prepara l’uscita teatrale, a Camaiore le bottiglie si infrangono sotto ciabatte consapevoli. È il rumore della vittoria. Il file è aggiornato. La ferita è stata consegnata. Martina non è più autonoma. È solo osservata meglio.

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