🎬 DE BELLO GALLICO — La Prima Spedizione in Britannia

“Desilite milites, nisi vultis aquilam hostibus prodere; ego certe meum rei publicae atque imperatori officium praestitero.”

Formato: Cortometraggio storico
Produzione: La Papessa Production
Ispirato a: De Bello Gallico IV, 23–26, Cesare
Collocazione temporale: Agosto 55 A.C.
Tema: La prima inconcludente spedizione in Britannia, approccio di attacco su un terreno di guerra remoto e sconosciuto, popolato da barbari da civilizzare che osarono appoggiare i ribelli Gallia.
Ambientazione: Porto di Izio, oggi Dover, Canale della Manica, costa britannica, fine agosto


PORTO DI IZIO – MATTINA

Il mare è calmo.
Culla le navi dei Romani con un moto silenzioso ma frenetico, allo stesso ritmo del loro respiro.
La modalità di schieramento mimetizza le navi da guerra con quelle da trasporto merci, che paiono da lontano, al nemico, tutte uguali.
L’umore degli uomini di Cesare è ancora carico di vendetta per il supporto vigliacco agli incivili Galli, per quella ritirata veloce, silenziosa, codarda. I barbari erano sicuri anche che i Romani non potessero risalire a loro.
I legionari si ritenevano offesi anche solo al pensiero che un’idea del genere li avesse potuti accarezzare.
Roma questa volta supportava Cesare e chiedeva indietro le teste.
Dalle alture poco distanti, i vigliacchi spuntano come piccole sagome, spiando quello schieramento di legna che invade il mare.
Il luccichio delle aquile romane d’argento e delle lance brilla e riflette come il mare stesso.

CESARE:
Il tempo è favorevole. Sciogliamo le ancore.

Cesare osserva il cielo. I legati si muovono. La cavalleria è in ritardo. Cesare parte comunque.
Dall’alto piovono frecce che arrivano fino alla riva.

CESARE (a gran voce):
Fermi! Aspettiamo!

Le navi restano al largo. Cesare attende. Passano diverse ore.
Nel mentre convoca i tribuni e manda Voluseno in avanscoperta. Al suo ritorno, dà segnale di muoversi verso una spiaggia più accessibile.


SECONDA SPIAGGIA – MATTINA

Spiaggia piana, navi al largo, soldati esitanti. Onde, urla lontane, cavalli che scalpitano.

CESARE:
Il mare è profondo. Le armi pesano. I nostri non conoscono questo tipo di battaglia, dobbiamo sorprenderli via mare.

I barbari avanzano spavaldi con carri e cavalleria. I Romani devono adattarsi a un fondale che non conoscono. Il mare si tinge di rosso.
Un soldato con l’aquila della decima legione si erige tra tutti, alzando l’aquila in cima alle teste dei soldati.

AQUILIFER:
Saltate giù, se non volete consegnare l’aquila ai nemici!
Io, per parte mia, avrò fatto il mio dovere verso la repubblica e il comandante.

Si lancia per primo in acqua. I soldati lo seguono per non permettere un’onta così grande. Le navi vicine imitano.
I barbari indietreggiano e fuggono i romani siedono a riposo sulla spiaggia ad aspettare la cavalleria in ritardo.

CESARE:
Questo soltanto mancò alla mia fortuna: che il vento mi portasse i cavalieri.

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